John Carpenter all’apice del suo splendore. Con Essi Vivono, il regista della Cosa fa una sintesi di tutto il suo cinema (politico e indipendente). Un mondo in cui la realtà capitalista dell’America degli anni 80, è un illusione creata dagli alieni; vi è una condizione di falsa felicità dettata dal consumismo sfrenato (frecciata alla politica edonistica dell’epoca Reaganiana) e il potere. Un potere però in mano a questi “alieni” che cercano di conquistare la Terra con il controllo mentale sugli esseri umani. Emblematica la scena in cui il protagonista si mette gli occhiali che mostrano il mondo vero; una sorta di città alla Metropolis di Lang in cui la pubblicità e il denaro sono il simbolo del controllo e dell’obbedienza per rendere schiava l’umanità. Una pellicola per certi versi rivoluzionaria che non dà spazio al dialogo: il presidente degli Stati Uniti viene subito raffigurato come un alieno, mettendo in chiaro il pensiero del regista verso la politica di allora. Le differenze di classe erano ad un livello così elevato che i ricchi non erano più uomini ma qualcos’altro che divora la vita dell’umanità ogni giorno. Un’umanità convinta di avere tutto ma che invece non ha niente, ha solo quello che gli concede la classe dei potenti (gli alieni). Ingiustamente bistrattato e sottovalutato, come ogni suo film, Carpenter ci consegna la sua personale immagine dell’America attraverso un film che è di genere, ma che sprizza realismo, politica e critica sociale da tutti i pori.
Essi Vivono
